domenica 17 aprile 2016

A SPASSO TRA SIMBOLI E MISTERI DI ARCIDOSSO GUSTANDO OTTIMA CUCINA

Il borgo di Arcidosso viene menzionato per la prima volta in un documento che risale all'anno 860 d.C. Il suo nome deriva probabilmente dai sostantivi latini arx e dossum, che significano rispettivamente fortezza e dosso. Verso la fine del 900 esisteva soltanto una  struttura in pietra a due piani edificata probabilmente dal Marchese Ugo di Toscana su preesistenti insediamenti longobardi. Intorno all'anno 1000 la famiglia comitale degli Aldobrandeschi modificò la preesistente struttura iniziando la costruzione della Torre Maestra con l'aiuto degli abitanti di Casal Roveta, Talassa e Montoto, antichi insediamenti scomparsi di probabile origine etrusco – romana.
  Nel 1331, dopo uno dei più lunghi assedi condotti dall'esercito senese, il castello ed il borgo di Arcidosso entrarono a far parte della Repubblica senese, alla quale restarono fedeli sino alla sua dissoluzione.  L'assedio da parte delle truppe senesi condotte da Guidoriccio da Fogliano è rappresentato in un affresco situato nella sala del mappamondo del palazzo comunale di Siena. Durante il periodo del Granducato di Toscana, fino a pochi anni prima dell'unità d' Italia. La casata degli  Aldobrandeschi fu una nobile famiglia comitale, forse di origine longobarda che nel corso del Medioevo dominò vasti feudi nella zona della Maremma Tosco – Laziale. Tradizionalmente ghibellini  passarono di parte guelfa dopo la morte dell'imperatore Federico II nel 1250.Vi sono fondati motivi per ritenere che tra i membri di questa potente casata vi fossero  appartenenti all'Ordine del Tempio. In un rogito del 22 gennaio 1171, Ildebrandino VII Conte Palatino (1140 – 1195) del fu Conte Uguccione, stando in Pisa con la consorte Maria dei Conti Alberti di Prato, donò allo Spedale Gerosolimitano dello Stagno di Livorno i suoi beni posti in Antignano.
Suo figlio Ildebrandino VIII Conte di Sovana (1165 – 1208) padre del “Gran Tosco” e affiliatosi alla Taglia Guelfa nell'anno 1197, nel proprio testamento cedette parte dei suoi beni ad una non precisata Casa del Tempio. Non mancherebbero spunti per interessanti approfondimenti circa i complessi accordi politici e religiosi che si sono verificati durante la dominazione aldobrandesca in maremma. Questa casata di radici ghibelline , fortemente in contrasto per i due primi secoli dell'anno 1000 con il dominio ecclesiastico della Chiesa ed in particolare  dell'Abbazia benedettina di San Salvatore sul Monte Amiata, ebbe a proteggere e beneficiare di figure alquanto interessanti che presiedevano in qualità di testimoni numerosi atti notarili, affari giudiziari e interessi commerciali. Erano chiamati  “bones homines” ed erano nobili , mercanti o semplici artigiani. Come non pensare allora all'appellativo con il quale erano identificati gli eretici nel medioevo?In effetti proprio in Toscana  le chiese catare di Firenze ed Orvieto  rimasero operanti senza subire azioni fin oltre il 1200. Il visitatore che percorra le strade che conducono verso il castello di Arcidosso si accorgerà immediatamente del fluire spiraliforme  delle verso la fortificazione che ne rappresenta l'apice..
Giungendo al castello potrà  notare una serie numerosa  di scritture a graffito sulle pareti della struttura di fondazione.
Tutti i lati della fortificazione primitiva sono ricoperti da incisioni che partono da un metro di altezza fino a raggiungere i cinque metri ed oltre.
 In molti tratti rimangono interrotti od incassati nei punti in cui l' edificio originario fu inglobato nell'ampliamento eseguito nei secoli successivi.


 
Il lato nord – est ancora ben visibile e lo storico  Prof. Rosi assieme a Mauro Chiappini,hanno rilevato una serie di scritture con capotesti romani, calligrafie caroline e gotiche.

Si notano due date: quella in basso indica l' anno 1104 e quella in alto il 1404. Ancora si riconoscono scudi con bande orizzontali , figure geometriche, numeri e parole leggibili sia da destra che da sinistra, anagrammi e un grande cerchio con la base a falce e provvisto di raggi da sembrare una meridiana.


 


Sul lato interno incassato negli ampliamenti successivi al periodo medioevale,si notano altri interessanti graffiti: una simpatica faccina, uno scudo crociato, il sigillo di Salomone e alcune lettere come la M sormontata dalla croce.



 


 
Altre interessanti incisioni ornano le pareti della Torre maestra che purtroppo al momento non è visitabile. Il davanzale interno di una feritoia presenta una curiosa incisione a scacchiera  come se ne incontrano nei siti adibiti a prigioni o corpi di guardia.
Alcune aree del castello sono state ricoperte di intonaco e alcuni interessanti ambienti  sono purtroppo interdetti alla visita, come il vano che si apre in prossimità della parete interna coperta di glifi ma una delle stanze cela due graffiti di straordinaria importanza :la Triplice Cinta e l'Alquerque. La stanza si trova a pian terreno ed è piuttosto raro trovare i due simboli affiancati.










Essi sono presenti  nella celebre Fortezza francese di Chinon , nel Donjon di Coudray dove vennero incarcerati l' ultimo Gran Maestro Templare Jacques de Molay ed il  precettore Jeoffrey De Charny.

la Torre Maestra che edificata con massi di trachite ben squadrati e levigatissimi svetta per un' altezza di metri 28  con  uno spessore murario di metri 2,55.



La Chiesa di Sant Andrea a Porta Talassese presenta ai lati dell' architrave, un fiore della vita e una croce patente.





Altri simboli nel borgo....

...alcuni delle corporazioni di mestiere come quella dei calzaioli...


..e proprio vicina a questa iscrizione si trova l' Osteria Bastarda Rossa per la quale consiglio la sosta a chi è pellegrino dei simboli.
Il nome dell' Osteria, “Bastarda Rossa”, non è altro che una pregiata qualità del prezioso frutto del castagno. Grazie a queste eccellenze, unite a carni di qualità,le straodinarie cuoche Valeria e Federica propongono dei menù per quanto possibile a “km 0″, riscoprendo le antiche ricette “caperce” e amiatine che da sempre riescono a catturare i palati più raffinati.


Qui in foto la sottoscritta in compagnia di Valeria, Federica e Mario:il team di Bastarda Rossa.


...ed ecco l' ospitalità che io ed  il mio gruppo di amici "pellegrini dei simboli" abbiamo ricevuto....
Bellissima giornata di mente,spirito e gusto,trascorsa tra simboli, misteri ed ottima cucina.