Ho lavorato pensando alla sua vita così distante dalla mia come cultura e come drammaticità. Desiderando predispormi alla pittura intuitiva ho ricordato nella mente storie di donne vittime di violenza o protagoniste di drammi intimi,pertanto ho scelto di mettere al centro della scena parte dell' intenso volto di Frida e l' immagine della culla della vita che l' artista volle dipingersi nel proprio busto di gesso.Si tratta di un feto:quel bambino mai nato che Frida cercò e tentò di far crescere invano nel suo ventre.La destra del dipinto,per chi osserva l' immagine è l' immancabile omaggio alla sua pittura con le foglie articolate e le crepe sul terreno.
L' altra parte,ovvero quella alla destra di chi osserva rappresenta la Speranza.Pare che Frida in punto di morte abbia detto:"Spero di non tornare mai più" ,ma sento che un'artista che come lei ha saputo esprimere sia pittoricamente sia per mezzo del suo vissuto, tutta la passionalità ,l' impegno e la determinazione caratteristiche della propria terra, non possa non avere mai perso la speranza.Ho pensato di rappresentare la speranza con i diafani petali della sua acconciatura che si librano nell' aria come piume tra scintillii di luce.
Il "cencio" sarà esposto a Grosseto, sabato 20 settembre assieme ad altri tre dipinti di colleghe artiste.Insieme completeranno la scenografia per un' intensa rappresentazione di Teatro-Danza.
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